Un luogo dove coltivare e condividere la passione per il restauro

I laboratori di restauro sono il cuore delle attività di insegnamento e di ricerca del corso di laurea, dove si impara a lavorare con le diverse professionalità coinvolte nella conservazione degli strumenti musicali e scientifici: dallo  studio e inquadramento storico dei manufatti, alla  diagnosi del loro stato di conservazione; dalla redazione di un progetto di restauro, alla sua realizzazione pratica. 

Durante i cinque anni, ci si occupa di molte tipologie di beni culturali diversi: strumenti scientifici e tecnici; tastiere storiche; organi; strumenti a pizzico e ad arco; strumenti a fiato. Ognuno di questi presenta dei materiali e delle tecniche costruttive diverse che sono approfondite sia durante le ore di laboratorio, sia nei corsi teorici del piano di studi. 

Dall’anno accademico 2024-25 entra in vigore la nuova Articolazione dei laboratori, ancora più efficace e ricca di attività formative. Le attività sono divise in un Primo Biennio, in un Secondo Biennio e nel Laboratorio Tesi

Durante il Primo Biennio gli studenti vengono introdotti agli standard di nomenclatura e documentazione, oltre che a quelli relativi alle schede grafiche e alla documentazione 3D, sempre attraverso esperienze pratiche.

Si trattano i principali materiali costitutivi degli strumenti musicali, scientifici e tecnologici, anche attraverso il supporto della diagnostica per i beni culturali. Ci si impratichisce nelle Tecniche di esecuzione, anche costruendo parti o interi strumenti. 

Nei mesi di ottobre e novembre del I anno, è previsto un Corso Propedeutico sulle tecniche di falegnameria e lavorazioni di liuteria di 200 ore per gli studenti la cui manualità fine è stata valutata insufficiente dalla commissione d’ammissione.

Nel II anno si prendono in esame i più ricorrenti problemi di degrado dei manufatti e si approfondisce il tema delle puliture selettive su superfici lignee e metalliche, tenendo conto delle tecniche esecutive e delle peculiarità delle varie tipologie di oggetti.  In questo modo gli studenti vengono introdotti alle diverse Metodologie di Restauro

Viene anche presentato criticamente il tema della manutenzione degli strumenti che hanno mantenuto la loro funzione e le buone prassi per la conservazione di tale caratteristica. In quest’ottica è previsto, indicativamente  nel mese di luglio, uno  Stage formativo di 100 ore  presso una delle botteghe di liuteria di Cremona, in collaborazione con il Museo del Violino.

Durante il Secondo Biennio si approfondiscono le tecniche di restauro per diverse tipologie di strumenti musicali e scientifici, affrontando casi di studio che favoriscano l’applicazione di metodologie d’intervento consolidate in letteratura (anche attingendo all’esperienza maturata in altri percorsi formativi) o attuate a seguito delle necessarie attività di sperimentazione, condotte con l’ausilio dei Laboratori Scientifici. Particolare attenzione verrà posta al ripristino della funzione che, qualora sia possibile, deve essere sempre considerata un’opzione nell’intervento di restauro di questi manufatti e nella conseguente formazione del restauratore.

Durante il III anno è, per tanto, consigliato uno Stage formativo di 50 ore presso il Sistema Museale d’Ateneo o altro museo convenzionato con il corso. Durante il IV anno si svolge il Tirocinio Curriculare Formativo di 200 ore (anche scorporabili su più progetti). A completamento delle esperienze professionali, il corso organizza un Cantiere di Restauro di almeno 25 ore (1 CFU) presso il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, in convenzione con l’Istituto Centrale del Restauro, o in uno degli altri musei italiani.

Il Laboratorio di Tesi è dedicato alla progettazione e messa in atto dell’intervento di restauro oggetto della prova abilitante (Prova I) e discusso nella prova teorico-metodologica (Prova II, Tesi magistrale). Gli studenti dovranno imparare a gestire un caso specifico che presenti sufficienti complessità e necessiti di approfondimenti attinenti alle diverse discipline affrontate durante l’intero curriculum didattico, in modo da prepararsi a svolgere in autonomia la professione del restauratore di beni culturali. 

In particolare, si svilupperanno i seguenti punti: inquadramento storico; studio del manufatto e della sua funzione; documentazione dello stato conservativo e del degrado attraverso la pianificazione ed esecuzione di una campagna diagnostica e la relativa interpretazione dei dati; messa a punto dei metodi tradizionali e sperimentazione di eventuali tecniche innovative; discussione critica sul recupero della funzione come eventuale esito dell’intervento; confronto con l’Alta sorveglianza e l’ente proprietario sul futuro conservativo del manufatto (indicazioni sulla corretta conservazione e manutenzione, discussione sull’allestimento o la collocazione in deposito, valorizzazione, ecc.).

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laboratori restauro
Palazzo Fodri
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Palazzo Fodri

Il cortile nobile di Palazzo Fodri

Sede dei Laboratori del Corso di Conservazione e restauro dei beni culturali
Indirizzo:
Via Gerolamo da Cremona, 12 - 26100 CREMONA
Pianta